21 Aprile: tra la nascita di Roma e il tramonto di un Papa
21 Aprile: il giorno in cui Roma nasce… e muore un Papa
Oggi, 21 aprile 2025, il mondo si risveglia con una notizia che scuote il cuore e l’anima: Papa Francesco è morto. Una coincidenza temporale che non può passare inosservata: proprio oggi, il 21 aprile, si celebra la fondazione di Roma, avvenuta – secondo la tradizione – nel 753 a.C. Un giorno leggendario, carico di miti e significati, che oggi si tinge di silenzio, di commozione e di mistero.
Mi sono fermata a riflettere su questa coincidenza, che sa di presagio, di messaggio sottile tra le pieghe del tempo, e sento il bisogno di condividerlo con chi, come me, cerca nei simboli la voce dell’Anima.
Un ciclo che si chiude, uno nuovo che comincia
Roma nacque tra la leggenda di Romolo e Remo, tra il sangue e il sogno, tra il desiderio di fondare e quello di dominare. Da quel momento, divenne cuore pulsante dell’Impero, poi culla del Cristianesimo e, infine, sede della Chiesa cattolica. Il Papa, da secoli, ne è simbolo e guida spirituale.
Oggi, proprio mentre ricordiamo la nascita di Roma, si chiude un ciclo con la morte di un Papa che ha incarnato il volto più umano e profondo della fede. Papa Francesco, con la sua semplicità, il suo coraggio, le sue parole scomode e compassionevoli, ha cercato di restituire alla Chiesa il cuore del Vangelo: l’amore, la giustizia, la cura del creato e degli ultimi.
La sua morte in questo giorno sembra volerci dire che una vecchia Roma, una vecchia spiritualità, una vecchia forma di potere, devono lasciare spazio a qualcosa di nuovo. Come se l’Universo stesso ci stesse dicendo: “È tempo di rifondare. Non con le pietre, ma con i cuori.”
Il simbolo oltre il fatto
Non credo sia solo un caso. Il 21 aprile diventa oggi un ponte tra passato e futuro, tra la pietra e lo spirito, tra la storia e l’anima. Roma nasce ancora una volta, ma non è la Roma imperiale, né solo quella ecclesiastica. È la Roma interiore, la città dell’anima, che ognuno di noi è chiamato a costruire dentro di sé.
Forse questa coincidenza ci invita a interrogarci sulla nostra fede, sulla nostra identità, sui valori che scegliamo di incarnare ogni giorno. Ci chiede di non restare spettatori, ma costruttori consapevoli di una nuova civiltà fondata sull’amore, la giustizia e la verità.
Una riflessione personale
Mi sento profondamente toccata da questo evento. È come se qualcosa dentro di me si fosse fermato per un momento, in ascolto. La morte di Papa Francesco mi porta a ringraziare: per la sua luce, per le sue parole, per la sua umanità disarmante. E allo stesso tempo mi spinge a chiedermi: Che tipo di Roma sto costruendo nella mia vita? Quali sono le fondamenta su cui poggiano le mie scelte, le mie relazioni, la mia fede?
Oggi non è solo un giorno di lutto, ma anche di rinascita. Un momento per fermarci, ascoltare, e forse decidere di fondare o rifondare qualcosa di autentico dentro e fuori di noi.
Che la luce di chi se ne va illumini la strada di chi resta. E che Roma, quella vera, quella del cuore, possa rinascere in ognuno di noi.
“Incomincia a sognare. Sogna tutto. Mi viene in mente quella bella canzone: «Nel blu dipinto di blu, felice di stare lassù». Sognare così, sfacciatamente, senza vergogna. Sognare. “Sognare” è la parola. E difendere i sogni come si difendono i figli.”
— Papa Francesco, "365 pensieri e parole per non arrenderci mai"
Commenti
Posta un commento